Al convegno “La liberazione della banda 700 MHz” di Pontecchio Marconi (BO) uno degli interventi più interessanti è stato quello di Roberto Serafini, direttore servizi Broadcast e Gestione Frequenze della RAI, che ha chiarito come l’ente nazionale stia predisponendo il processo di switch-off ( lo spegnimento) delle trasmissioni in MPEG2 per passare al nuovo standard DVB-T2 HEVC, definitivo entro il 2022.
Durante il convengo sul refarming della banda 700 MHz, organizzato dal Corecom Emilia-Romagna con l’egida dell’AGCOM, Serafini ha raccontato di tutte le sfide che RAI dovrà affrontare per rispettare gli obblighi del contratto di servizio, preparandosi ad un sostanzioso taglio di frequenze dovuto alla cessione della banda alle compagnie telefoniche.
La RAI che oggi controlla 5 Multiplex dovrà passare a soli due multiplex e mezzo, sostanzialmente la metà, mantenendo la stessa offerta di contenuti che al momento prevedono 13 programmi TV e 12 programmi Radio sulle frequenze Tv (che rappresentano quasi il 10% degli ascolti totali di RadioRAI).
Considerato che solo il MUX1, il primo multiplex, raggiunge una copertura quasi totale con più del 99% della popolazione coperta, RAI, come le altre emittenti, dovrà passare a MPEG 4 entro il 1 settembre 2021 e poi al DVB-T2 HEVC a fine giugno 2022.
Il MUX1 è il multiplex dedicato ai canali principali, i classici RAI 1, 2 e 3, oltre a RAI News 24. Degli altri 4 MUX, il 2,3 e 4 raggiungono una percentuale di penetrazione più bassa, attorno al 90% mentre il MUX5, dove vengono trasmessi RAI Premium HD e Rai 4 HD, arriva a meno della metà della popolazione.
La nuova offerta RAI per lo switch-off digitale terrestre.
Il passaggio allo switch-off totale sarà diviso in quattro fasi, con l’obiettivo di arrivare al 2022 con un’offerta di 14 canali in HD, proponendo persino un canale in 4K.
C’è infatti la possibilità, prospettata da Serafini, che RAI arrivi a 3 MUX totali, partecipando all’asta per aggiudicarsi uno dei quattro mezzi multiplex ricavati dall’ultimo piano delle frequenze.
A seconda dello scenario, se sarà a 2,5 o a 3 MUX, ci saranno delle differenze.
Nel primo caso, la trasmissione in 4K sarà ad un bitrate minore, 15 Mbit/s che, grazie alla codifica HEVC, dovrebbe essere di qualità accettabile, e i canali HD resteranno nella qualità odierna.
Nel caso che RAI arrivi a 3 MUX, potrà proporre canali HD in qualità migliore e un canale in 4K a 22 Mbit/s, qualità comparabile a quella con cui ora trasmette via satellite ( da test oggettivi effettuati per valutare la qualità della messa in onda, RAI prospetta una qualità di 5 su 5 per il 95% del tempo).
Le fasi dello switch-off RAI
La prima fase dello switch-off inizierà già prima della fine del 2019, con un incremento di canali (due nuovi in HD e uno in SD) tra cui un canale RAI in lingua inglese, e la dismissione del canale SD, RAI Scuola, che verrà trasmesso solo via Internet.
La seconda fase, da gennaio 2020, potrebbe portare a un decremento qualitativo dei canali ammiraglia RAI 1, 2 e 3 che necessariamente dovranno viaggiare a bitrate più bassi del solito (lo standard sarà ancora DVB-T in MPEG2) in quelle regioni dove MUX1 dovrà ospitare per legge anche i canali locali.
La dismissione vera e propria dell’MPEG2, prevista per il settembre 2021, corrisponderà al ridimensionamento delle risorse frequenziali: a seconda degli scenari a 2,5 o a 3 MUX.
Nel caso della disponibilità di metà MUX rispetto agli attuali, mezzo potrà essere già in DVB-T2. Uno nel caso RAI disponga di 3MUX. Questa anticipazione alla scadenza di giugno 2022 finirà però per escludere chi NON ha un TV già aggiornato.
Una volta passati in MPEG4 non avrà più senso trasmettere entrambi i canali SD e HD (resterà solo l’HD visibile da tutti i tv compatibili con MPEG4), con un importante risparmio di spazio.
L’ultima fase inizierà da giugno 2022, quando si spegnerà definitivamente il DVB-T per passare alle trasmissioni DVB-T2 e HEVC.
Il passaggio al nuovo assetto sarà coadiuvato da l’aggiunta di ulteriori 1000 impianti nei MUX minori, per garantire una copertura molto vicina a quella del MUX 1. La strategia RAI mira a ridurre il possibile disagio dei cittadini nel ricevere tutti i canali, minimizzando le operazioni di ripuntamento delle antenne. Serafini durante il convegno ha spiegato come i MUX2,3 e 4, entro l’estate 2020 dovrebbero arrivare a coprire tra il 95% e il 97% della popolazione, percentuali che verranno poi mantenute passando al nuovo assetto su 2,5/3 MUX.